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  SIR PAPPANO: I CONCERTI AL "KULTURPALAST" E NELLA "FRAUENKIRCHE"   

Non si sono ancora spenti gli echi del grandioso concerto brahmsiano di Danel Barenboim a Dresda, che le due giornate successive del “Musikfestspiele” ci riserveranno ulteriori sorprese e la riscoperta, la rilettura di altri capolavori. Questa volta, a guidarci in un percorso i cui punti fermi saranno Modest Musorgskij, Bela Bartok, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Gustav Mahler, sono la bacchetta e l’estro di uno dei Maestri più celebrati al mondo, Sir Antonio Pappano. Pronti ad ogni suo gesto e indicazione, i musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in RomaAd ospitare i concerti due prestigiose sedi: il Kulturpalast e la Cattedrale Frauenkirche. I concerti, compreso quello di cui abbiamo già raccontato la volta scorsa, rientrano nell’ambito della rassegna musicale Dresden Music Festival, giunta alla sua 42ma edizione e guidata dal sovrintendente Jan Vogler, che quest’anno ha modellato e coordinato il programma all’insegna del motto “Visions”, intendendo in tal modo aprire la rassegna ad un ventaglio di proposte piuttosto composite, come testimoniano anche i soli nomi degli autori eseguiti nelle serate concertistiche in questione. Da non sottovalutare neppure l’operato dell’instancabile Nicole Czerwinka a fronte di una rassegna che dal 16 maggio al 10 giugno ha ospitato oltre 1.500 artisti durante 56 eventi, con proposte dalla classica, al jazz, al “crossover” tra generi musicali, con una risposta di pubblico nell’ordine di alcune decine di migliaia di presenze.

Tra gli ospiti più prestigiosi la City of Birmingham Symphony Orchestra, l’Orchestra del Mariinsky Theater diretta da Valery Gergiev, Ada Rovatti, celebrati solisti quali la violinista Lisa Batiashvili, il violoncellista Yo-Yo Ma con la pianista Kathryn Stott, il violinista Joshua Bell. E naturalmente l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Pappano. Chiamato, quest’ultimo a ulteriormente valorizzare (se possibile) le partiture dei compositori – quantomai eterogenei stilisticamente - citati in apertura. La prima serata infatti prevedeva che il Kulturpalast ospitasse “Una notte sul Monte Calvo” di Musorgskij, il “Concerto per violino e orchestra n. 1” di Bartok e il finale con “Sheherazade” di Rimskij-Korsakov. Ottima l’acustica della Konzertsaal del palast che ha riaperto i battenti nel 2017 completamente rinnovato architettonicamente in quell’ottica. Di potente impatto timbrico esaltato dalla “bacchetta” anglo-italiana” (nascita londinese da genitori campani), la “Notte” è stata resa famosa dal film disneyano “Fantasia” riprendendo il tema dello scontro tra il male e il bene, con la vittoria di quest’ultimo quando all’alba, al suono della campana di una piccola chiesa di paese, le tenebre si disperdono, come tutti ricordiamo nelle scene finali di quel capolavoro. Quella riprosta da Pappano, però, è la versione originale del 1867, prima che proprio Rimskij-Korsakov ci mettesse mano addolcendo le asperità armoniche, le irregolarità ritmiche. A giovarne è proprio l’esecuzione quasi “ruvida” ma potente voluta dal Maestro che rende giustizia a Musorgskij: sembra che ad ispirarlo sia stata un soggiorno a Montecalvo Irpino, dove avrebbe sentito raccontare del sabba delle streghe di Benevento, trasposto e reso musicalmente nel brano. Che in vita non ebbe mai la soddisfazione di veder eseguito… Se Barenboim dirige in maniera rigorosa e vigorosa, la conduzione di Pappano appare invece più libera, più estroversa, si potrebbe dire. Come risulta anche nel successivo brano, di Bartok, in cui spiccano i virtuosismi del violino solista, Lisa Batiashvili, più volte richiamata sul palco da un pubblico entusiasta che non le ha lesinato lunghi e fragorosi applausi tanto più in un brano di non facile interpretazione ed anche quanto a comprensione della struttura armonica da parte della platea. A chiudere la serata “Sheherazade” di Rimskij-Korsakov, in cui il Maestro ha potuto ulteriormente esaltare l’energia dei tre movimenti della suite sinfonica ispirata alle “Mille e una notte”, in cui emerge un’orchestrazione con particolare interesse per l’orientalismo musicale, evidente nei due temi introduttivi, quello cupo del sultano e dolce quello di Sheherazade: dei leit-motiv che ritorneranno in varie forme nel corso dei movimenti. Quasi a simbolo della voglia di rinascita e riappacificazione la sede dell’ultimo concerto, la Cattedrale di Dresda, Frauenkirche, completamente distrutta nel 1945, che dovette attendere la riunificazione della Germania per poter risorgere, grazie all’iniziativa dei cittadini poi sostenuta da interventi più consistenti. E così da poco più di un decennio questo splendido monumento barocco, oltre alla sua funzione di luogo di culto, ospita eventi di livello. Come appunto il secondo concerto di Pappano, l’impegnativa Sesta sinfonia di Mahler (nota anche come “Tragica”), bastante da sola a rendere la serata indimenticabile. In essa il compositore vi ha profuso un carattere armonico e timbrico prevalentemente cupo e drammatico, tranne il secondo tema, lo Scherzo, una melodia nota come “Tema di Alma”, dal carattere giosioso, in cui l’autore spiegava di aver cercato di riassumere il carattere della consorte. E’ l’unica sinfonia a terminare in tonalità minore, mentre tutte le altre avevano un carattere “positivo”. E più che positivo, invece il responso del pubblico che ha reso onore all’evidente fatica esecutiva di musicisti e direttore nel rendere la potenza espressiva mahleriana. Una degna conclusione di un ciclo concertistico.

                     "OZ", il nuovo CD di GIORGIO COSLOVICH

E’ uscito recentemente “Oz”, il secondo cd di Giorgio Coslovich (compositore ma anche giornalista) dopo quello del 2017, “Winter Tales”. In realta’ due progetti alla base del cd: il poema sinfonico “Oz”, ispirato al celebre racconto del "Mago di Oz" di R. Baum, e il trittico “Joyce Suite”, a sua volta legato all'"Ulysses" dello scrittore irlandese. Due linguaggi musicali diversi, il primo dalle modalita’ piu’ classiche, il secondo prevalentemente  contemporaneo con delle venature quasi jazzistiche.

Ad accomunare entrambi i momenti musicali un viaggio interiore, psicologico, alle radici della  propria coscienza, da parte dei due protagonisti, rispettivamente Dorothy nel “Mago Di Oz” e Leopold Bloom nell’”Ulisse” di Joyce. Musicalmente, il poema sinfonico cerca di realizzare descrittivamente, parte dello svolgersi di azioni e personaggi, e cosi’ troviamo tra gli altri il Leone (nel brillante e trascinante “Lion Waltz”), l’Uomo Di Latta (l’apparentemente gioioso ma tormentato e ancora senza cuore “Tin Woodman”), i Munchkin (nella marcetta “Little Blue People”), fino allo struggente canto di Dorothy (“Upthere Or Elsewhere)” nella toccante interpretazione del soprano e violoncello solista Cristina Nadal). E alla fine il ritorno alla realta’ (attraverso “Dreamover” ovvero, in senso letterale, la persistenza onirica durante il risveglio da un sogno).

 Di elevato livello l’ensemble orchestrale di “Oz”. L’”Orchestra San Giusto” validamente diretta dal M° Jacopo Brusa vede tra i suoi elementi anche musicisti con all’attivo presenze nella Filarmonica Della Scala, La Fenice Di Venezia, Il Regio Di Parma, L’arena Di Verona, La Filarmonica Di Lubiana ed altre prestigiose orchestre… Ne risulta un’amalgama sonora davvero eccellente.

La “suite” joyciana risente invece del carattere particolarmente allucinatorio del 15° capitolo dell’Ulisse. In questo trittico a fare da protagonisti sono ospiti britannici dal prestigio internazionale quali il saxofonista David Jackson (Ex Van Der Graaf Generator) e il multistrumentista John Hackett (“famiglia” Genesis, fratello di Steve Hackett) assieme alla pianista Rossella Fracaros,La realizzazione del cd ha subìto un notevole ritardo a causa del covid in quanto si e’ trattato di coordinare nella tempistica e logistica ben 30 musicisti complessivamente, tra orchestrali, solisti e ospiti d’oltremanica. questi ultimi, anzi, hanno deciso di promuovere il cd nel Regno Unito…

Oltre che nelle migliori librerie e negozi di dischi, il cd e’ disponibile sulle maggiori piattaforme digitali: Spotify, Apple, Amazon. Ecco alcuni link:

Spotify https://open.spotify.com/album/5UAYgSIkiAfHw0HOFv3Lt0

Apple  https://music.apple.com/us/album/oz-a-symphonic-poem/1573578124

Deezer https://www.deezer.com/en/album/239467832

Amazon  https://www.amazon.com/Oz-Symphonic-Poem-Giorgio-Coslovich/dp/B097RSS68N/ref=sr_1_4?dchild=1&keywords=giorgio+coslovich&qid=1624990552&s=music&sr=1-4

Youtube  https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_kinyZVh-9PNvM6L8-1OXrBOAisJSY6gUE

 

“OZ”, the new CD by GIORGIO COSLOVICH

“Oz”, second cd by Giorgio Coslovich (composer but also journalist) after that one of 2017, “Winter Tales”.

There are two projects in the CD: the symphonic poem "Oz" and the triptych "Joyce Suite", two different musical languages, the first in a classical style, the second predominantly contemporary, almost jazzy.

To bring together both musical moments an inner, psychological journey to the roots of one's conscience, by the two protagonists, respectively Dorothy in the "Wizard of Oz" and Leopold Bloom in Joyce's "Ulysses".

Musically, the symphonic poem “Oz” tries to describe someway the story and characters, first in the omonymous piece “Oz”, and so we find among others, the Lion (in the brilliant and charming "Lion Waltz"), the Tin Man (the apparently joyful but tormented And still heartless "Tin Woodman"), the Munchkins (in the Marcetta "Little Blue People"), up to Dorothy's heart-wrenching song ("Upthere Or Elsewhere") with the poignant performance by the soprano and cello soloist Cristina Nadal). And in the end the return to reality (through "Dreamover" or, literally, the dream persistence during awakening from a dream). The orchestra validly conducted by Maestro Jacopo Brusa includes in its elements also soloists musicians wich perform with the Filarmonica Della Scala, the Fenice of Venice, the Regio of Parma, the Arena of Verona, the Philharmonic of Ljubljana (Slovenia) and many other renowned orchestras. The result is an excellent performance by all the people that joined this project.

The Joycian "Suite" has guests with international prestige such as the saxophonist David Jackson (ex Van Der Graaf Generator) and the multi-instrumentalist John Hackett ("family" Genesis, brother of Steve Hackett).

For what concerns the composer see on page “PROFILI”, at this link: http://www.musicamaestro.eu/profili.html .

The CD "Oz" is available in a "physical" version (please contact info@musicamaestro.eu

or on many digital platforms. See some of them in the links above, before english text.

A shorter and different version of "Oz" (without wind instruments) has been performed in London in 2018. Here follows the performance on youtube:

 

 

         IL M° BARENBOIM INCANTA IL "SEMPEROPER" DI DRESDA

Quale migliore accostamento ci si può figurare, se al nome del celebre direttore d’orchestra Daniel Barenboim affianchiamo quello della Staatskapelle di Berlino, e, se tanto non bastasse, quello di Brahms? Un evento di questa portata è quello che ha avuto luogo nelle scorse settimane, precisamente il 19 maggio, a Dresda, nell’ambito del 42° Festival musicale, il “Dresdner Musikfestspiele”. Ad ospitare la fantastica coincidenza di prestigiose presenze il “Semperoper” ovvero lo storico ed antico Teatro dell’Opera di Stato, eretto nel 1838 e caratterizzato da un’inconsueta architettura semicircolare (e sottoposto in seguito a ben due ricostruzioni, dapprima nell’Ottocento e quindi, dopo essere stato raso al suolo dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, come gran parte della città, con una minuziosa ricostruzione basata sugli studi originari, tenendo conto delle più avanzate esigenze di acustica). Il 76enne Maestro argentino-israeliano Barenboim, da pochi giorni nominato Direttore onorario dei Berliner, ha impresso decisamente un’impronta notevole nel condurre le due performance della Staatskapelle. Prima di entrare nel merito, una curiosità riguardo il rapporto fra Trieste e la celebre “bacchetta”: le sue radici argentine, infatti, lo indussero nel 2010 a patrocinare lo spettacolo di danza “Tanguera” al Politeama Rossetti”. Tornando al programma, il Maestro ha voluto cimentarsi nella Terza e nella Quarta Sinfonia di Johannes Brahms, due lavori poderosi, che ben illustrano lo stile del compositore nato ad Amburgo ma vissuto di fatto a Vienna da quando era trentenne. Prima di entrare nello specifico, da sottolineare la disposizione non “canonica” degli archi adottata dal Direttore: solitamente, partendo da sinistra (immaginandoci quali spettatori), ci sono i violini (primi e secondi), poi le viole e, a destra violoncelli e contrabbassi. Nel sui caso, invece, i contrabbassi vanno a posizionarsi quasi a sinistra dietro ai secondi violini, mentre i contrabbassi si situano quasi centralmente. Con il risultato che i fiati, solitamente sistemati principalmente dietro agli archi, trovano letteralmente più “respiro” a destra e un po’ più in avanti rispetto al pubblico. E’ questa, una scelta dettata al Maestro dalla volontà di valorizzare maggiormente alcune sonorità rispetto ad altre, a seconda dei brani e degli autori da eseguire. Con tali disposizioni strumentistiche si creano infatti dei veri e propri “muri sonori” che vengono scagliati verso il pubblico allorchè prevalga una o l’altra timbrica, senza che, ad esempio il timbro degli archi si “impasti” negativamente con i fiati (o viceversa a seconda della partitura) e tutto possa emergere con pari dignità sonora, evitando una babele di suoni. Scopo in effetti raggiunto in questo caso. Questa sua scelta è apparsa alla fine vincente, a partire dallo struggente ed allo stesso tempo epico tema di apertura della Terza nell’Allegro con brio che trasporta lo spettatore verso i successivi movimenti (Andante, Poco allegretto, Allegro) con una maestosità crescente, alternata, nell’Andante, a una serenità ariosa sostenuta da una melodia semplice. Un movimento cupo nell’ultimo movimento, che però alla fine annuncia la vittoria della pace sull’oscurità.

Da molti considerata come il suo capolavoro, la Quarta è anche l’ultima delle sinfonie brahmsiane. Anche in questo caso la forma canonica in quattro tempi rivela la vena compositiva del compositore tedesco, che non manca però di citazioni beethoveniane. A valorizzare anche in questo caso in massimo grado la lunga introduzione tematica la compagine strumentale della Staatskapelle berlinese diretta con energia da Barenboim, proseguendo poi in una sorta di requiem dalla melodia dolce e spirituale. Si traghetta quindi in un terzo movimento gioioso ma sempre dignitoso, per poi concludere con l’adattamento di una passacaglia bachiana e la comparsa di un tema solenne. Tanto profondo il silenzio rapito di un pubblico estasiato durante entrambe le sinfonie (“un’emozione mai sperimentata da tantissimo tempo” si commentava in sala), quanto altrettanto profonda la riconoscenza per questo dono musicale testimoniato dalle ripetute ovazioni, dalle chiamate sul palcoscenico del Maestro, dalla visibile emozione sul suo volto stanco come su quelli dei musicisti. Si è accennato alla spiritualità che emerge dalla musica di Brahms: di fede luterana, il compositore, che la visse eticamente per tutta la vita, non tralasciò sin dall’infanzia la lettura della Bibbia, dalla quale trasse ispirazione per le musiche a carattere sacro, e che lesse fino alla morte. Di lui, l’amico compositore Walter Niemann osservò che il fatto che “abbia chiuso la sua attività creativa con la Bibbia rivela il vero credo religioso di questo grande uomo del popolo”.

                           SCHILLER PER LA MUSICA “STURM UND DRANG”

 Concerto per violoncello e pianoforte 21 maggio 2022  alle 18.00 nella Sala Beethoven, via del Coroneo 15, Trieste, Associazione Culturale Friedrich SCHILLER con la collaborazione di Deutscher Hilfsverein.
Nicola LOSITO, 25 anni,  uno dei maggiori talenti della sua generazione. A soli 21 anni la rivista Amadeus gli ha dedicato la copertina della rivista con un CD inedito interamente dedicato a Robert Schumann. Nel 2017 ha ricevuto la Medaglia della Camera dei Deputati conferita come riconoscimento al talento. Tiene numerosi recital in Italia e all’estero, tra Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Turchia e Ungheria. In veste di solista, si è esibito con i Solisti Aquilani, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, Serbian National Theatre Symphonic Orchestra, Orchestra Filarmonica Italiana, Klagenfurt Landeskonservatorium Symphony Orchestra, Orchestra Giovanile Italiana, Orchestra Filarmonica della Calabria, Ignacy Jan Paderewski State Philharmonic Orchestra. Ha vinto numerosi primi premi in concorsi nazionali e internazionali, tra cui il XXVIII Concorso pianistico “Muzio Clementi” di Firenze, il “6th Isidor Bajic Piano Memorial Competition” di Novi Sad (Serbia), il Premio pianistico Internazionale “Silvio Bengalli” di Pianello Val Tidone, Concorso pianistico internazionale di Osimo, International Piano Competition “Dinu Lipatti” di Bucarest. Sta perfezionando gli studi con Leonid Margarius presso l’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola. Ha all’attivo incisioni per la rivista Amadeus e l’etichetta discografica Movimento Classical. È stato ospite in trasmissioni per Rai Radio 1, Radio Classica, Radio Vaticana e Sky. Attualmente è docente presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari. Prenotazioni posti: https://biglietteria.ticketpoint-trieste.it TICKETPOINT TRIESTE - Corso Italia 6


 Programma

 

Ludwig van Beethoven  (1770-1827)

 

Sonata per pianoforte e violoncello, op.5 n.1

Adagio sostenuto

      Allegro

      Allegro vivace

 

Franz Schubert (1797-1828)

 

Auf dem Wasser zu singen

Die Forelle

Ständchen

 

Felix Mendelssohn (1809-1847)

 

Sonata per pianoforte e violoncello, op.58

Allegro assai vivace

Allegretto scherzando

Adagio

Molto allegro e vivace

 

Pierluigi Rojatti - violoncello

Nicola Losito   - pianoforte

 

Pierluigi ROJATTI, 26 anni, figlio d'arte, intraprende da bambino lo studio del violoncello e del pianoforte presso il conservatorio J. Tomadini di Udine. Consegue il diploma di maturità liceale con votazione 100/100, successivamente si laurea in Violoncello presso il conservatorio A. Steffani di Castelfranco Veneto con il massimo dei voti sotto la guida del Mo Walter Vestidello. Presso il conservatorio J. Tomadini di Udine, all’età di 14 anni, inizia a frequentare la classe di Composizione contrappunto e fuga del M° Renato Miani. A 16 anni anni frequenta i corsi del M° Christian Bellisario presso l’Accademia Pianistica di Imola, successivamente si è perfezionato con Michael Flaxman, Alejandro Biancotti, Enrico Bronzi, Julian Arp, Giovanni Gnocchi, Sandro Laffranchini e Damiano Scarpa; ha studiato preso il Royal Irish Accademy of Music di Dublino in Irlanda con Annette Cleary e alla Akademija za glasbo di Lubiana con Karmen Pečar. Apprezzato camerista, svolge un'intensa attività in varie formazioni di duo, trio, quartetto e quintetto nei maggiori festival nazionali ed internazionali. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali si esibisce in veste di solista con molte formazioni orchestrali giovanili e professionali. Nell'estate del 2016 ha partecipato ad una incisione per la prestigiosa etichetta discografica Deutsche Grammophon. Suona un Violoncello di V. Fachinetti modello Ruggieri del 2021. Associazione culturale Friedrich Schiller, Via del Coroneo 15 - 34133 Trieste www.schillertrieste.altervista.org     Tel. 392-2860685  schillertrieste73@gmail.com

“CONCERTO DELL’AMICIZIA IL 18 MARZO AL TARTINI DI TRIESTE

 

Si terrà sabato 18 marzo, alle 17 nella Sala Tartini del Conservatorio di Trieste, alla presenza delle Autorità Lionistiche di Italia, Slovenia e Croazia, il “Concerto dell’Amicizia”, che vedrà l’esibizione di giovani e talentuosi musicisti degli studenti delle tre diverse nazionalità: italiana, slovena e croata. Nell’occasione, sarà consegnata una borsa di studio di 1600 euro. Hanno già dato conferma della presenza le Autorità Lionistiche dei tre Paesi, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il direttore del Conservatorio Tartini, Sandro Torlontano. Dopo tre anni di stop pandemico, il Comitato che riunisce i Lions Club italiani, sloveni e croati si è riunito lo scorso 15 febbraio con la voglia di ricominciare a lavorare assieme nei service comuni e ha deciso di proporre per la ripartenza un concerto a Trieste presso il Conservatorio Tartini.  «Riprendiamo quindi con forza in questo anno lionistico, dopo aver riallacciato i contatti e come concordato tra le tre parti riprendendo con la Presidenza Italiana, con l’auspicio che non arrivino ulteriori pandemie. Del Comitato  Lions Club dell' Adriatico Settentrionale fanno parte i LC Trieste Host, Trieste San Giusto, Trieste Miramar, Trieste Alto Adriatico, Trieste Europa, Duino Aurisina; per parte slovena LC Ankaran Istra, Izola-Isola, Koper-Capodistria, Portorož Zarja, Postojna Proteus, Sežana e, per quella croata, LC Novigrad, Poreč, Pula. impedimenti di alcun genere», ha commentato l’attuale Presidente di Zona, Donatella Pross.

«Siamo lieti che il Conservatorio Tartini sia sede dell’evento promosso dai Lions contermini dell’Alto Adriatico, una serata concerto per celebrare l’amicizia fra le popolazioni e rinsaldare  la collaborazione fra i rispettivi Club - ha dichiarato il Direttore del Conservatorio Tartini, Sandro Torlontano – D’altra parte proprio questo è lo spirito cosmopolita della nostra Istituzione di Alta Formazione: la musica come linguaggio universale e propiziatorio di amicizia, pace, piacevole convivenza».

Il Conservatorio Tartini è struttura di eccellenza a Trieste, di rilevanza europea, nota in Italia e all’estero per la sua forte vocazione internazionale, frequentato da un’elevata percentuale di studenti di varia nazionalità. Il “Concerto dell’Amicizia”, in programma sabato 18 marzo dalle 20.30 in Sala Tartini (via Ghega 12, Trieste), è affidato a tre clarinettisti – la slovena Ana Starc, la croata Laura Banić, l’italiano Alberto Forti – che saranno accompagnati dal pianista croato Andrea Furlan. Sarà il Concertino op. 26 di Carl Maria von Weber ad aprire il concerto, che proseguirà con l’Adagio di Wolfgang Amadeus Mozart tratto dal Concerto per clarinetto KV. 622.  Quindi il Duo Concertant op. 351 di Darius Milhaud e una scintillante Fantasia da concerto su temi del Rigoletto per clarinetto e pianoforte, con pagine di Giuseppe Verdi e Luigi Bassi.  Gran finale nel segno di Johannes Brahms, con la Sonata op. 120 n.2 per clarinetto e pianoforte.

E proprio nello spirito che contraddistingue il Conservatorio il ponte di musica che nella primavera 2022 era stato lanciato fra Trieste e Kiev, attraverso l’accoglienza al Conservatorio Tartini di Trieste di sei giovani musicisti in fuga dalla guerra in Ucraina, si è rinsaldato il 10 marzo, con la visita del Rettore dell’Accademia Musicale di Kiev, Maksym Tymošenko, ospite dell’Istituzione triestina di Alta formazione musicale.

Al Tartini Tymošenko ha incontrato il Direttore del Conservatorio, Sandro Torlontano, il Vice Presidente Ugo Poli e l’incaricata Erasmus Prof.ssa Irene Russo e ha riabbracciato i sei allievi dell’Accademia Musicale di Kiev che proprio un anno fa erano arrivati a Trieste: quattro studentesse di età oggi compresa fra 20 e 22 anni – Maria arpista, Natalia violinista, Irina pianista e Iryna violoncellista – insieme a due giovani colleghi da poco maggiorenni, David che studia direzione d’orchestra e Oleksandr che studia la tromba. I due ragazzi avevano potuto lasciare il proprio Paese proprio perché minorenni: se avessero già compiuto 18 anni sarebbero stati potenzialmente impegnati nel conflitto in Ucraina. Ai saluti e agli scambi istituzionali è seguita la musica, con un toccante concerto strumentale e vocale dedicato a pagine tradizionali ucraine, che hanno emozionato profondamente i partecipanti. Al termine il Rettore di Kiev ha donato al Direttore del Tartini Sandro Torlontano la “Medaglia d’onore” dell’Accademia Nazionale di Musica P.I. Tchaikovsky di Kiev.

«I sei musicisti ucraini – ha sottolineato il Direttore Torlontano - hanno potuto continuare a coltivare a Trieste la grande passione per la Musica, nel nostro Conservatorio: e alla scadenza del progetto Erasmus attivato per consentirne l’espatrio nel 2022 abbiamo potuto perfezionare la loro iscrizione formale ai nostri corsi, così tutti risultano adesso formalmente iscritti, e domiciliati a Trieste. La musica ha dimostrato di poter unire e diventare strumento di concreta solidarietà, anche in tempo di guerra». «Sono profondamente grato al Conservatorio Tartini per questa attestazione concreta di solidarietà alla nostra Accademia, al nostro Paese duramente provato e ai nostri giovani artisti – ha dichiarato nel corso dell’incontro il Rettore Maksym Tymošenko – Cerchiamo di guardare al futuro con la speranza di un orizzonte di pace, e in questa prospettiva sin d’ora invito a Kiev il Direttore del Conservatorio Tartini, Sandro Torlontano: sarà un piacere ricevere lui e la delegazione triestina in Ucraina, appena possibile, e contraccambiare l’accoglienza ricevuta in Italia».

Fondato nel 1903, il Conservatorio Tartini, intitolato all’insigne “Maestro delle Nazioni” nativo di Pirano, offre come formazione Corsi Accademici suddivisi in triennio (Bachelor Level) e biennio (Master Level) ed ha attivato da quest’anno accademico il CORSO DI MASTER DI II LIV. IN PIANOFORTE (EQF8) per la prima volta al Tartini e nel sistema regionale Afam. Membro dell’Associazione Europea dei Conservatori, il Tartini coopera a livello internazionale con circa cento istituzioni universitarie e accademiche europee, promuovendo ogni anno un vasto piano di mobilità internazionale dei propri studenti e docenti che lo colloca ai primi posti in Italia per numero di scambi.

                          

                ARRIGONI,UNA RISCOPERTA MUSICALE

Il Friuli riscopre, attraverso le sue opere, un figlio delle sue terre, il compositore Giovanni Giacomo Arrigoni, nato a San Vito al Tagliamento. Ma è questa una riscoperta che riguarda tutti gli appassionati della musica barocca, e in particolare quella del Seicento. Arrigoni, infatti, nasce alla fine  del sedicesimo secolo, nel 1597 ma la sua vita terrena di musicista e compositore attraversa gran parte del diciassettesimo secolo, fino alla sua morte, nel 1675. Suoi contemporanei il grande Claudio Monteverdi, Johann Jacob Froberger e Tarquinio Merula.

Tutto ciò è stato reso possibile grazie ad un’operazione filologica di ricostruzione dell’opera di Giovanni Giacomo Arrigoni partita nei mesi scorsi per volontà dell’Accademia d’Archi “Arrigoni” di San Vito.

Ora, il frutto di queste ricerche storico-musicali si concretizza nel Volume “Concerti di Camera a 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 – Venezia 1635” La ponderosa opera, che è soltanto il primo episodio di un cammino che vuole restituire l’ampio lavoro di Arrigoni in modo puntuale e sistematico, è il frutto di un lavoro articolato, che ha unito gli sforzi di studiosi, enti e associazioni nazionali e internazionali.

Il volume, a cura di Pyrros Bamichas per le Edizioni Libreria Musicale Italiana, “è il primo passo di un progetto che vuole – afferma Sante Fornasier, presidente dell’Accademia d’Archi Arrigonida un lato mettere a fuoco il percorso umano, biografico e professionale del musicista; dall’altro porre l’attenzione sulla produzione musicale, sinora mai pubblicata in edizione moderna e, infine, provvedere alla diffusione capillare della musica di Arrigoni e dei suoi contemporanei presso un pubblico vasto ed eterogeneo”. Infatti, oltre agli approfondimenti storici e sulla corretta interpretazione degli scritti dell’Arrigoni, il libro è uno scrigno di preziose partiture che renderanno possibile la riproposizione delle sue composizioni.

In una prospettiva più ampia, il  progetto editoriale, collaziona e pubblica in assetto moderno le opere dell’autore, finora mai trattate né pubblicate. Inoltre indaga gli aspetti biografici del compositore e, attraverso essi, fa luce sulle realtà artistiche, culturali e musicali locali coeve con cui Arrigoni entrò in rapporto.

Giovanni Giacomo Arrigoni, originario di San Vito al Tagliamento, si formò in loco distinguendosi come organista, e si spostò presto alla corte di Vienna, ove divenne l’organista di Corte di Ferdinando II. Fu anche compositore prolifico e alcune delle sue opere sono state inserite all’interno di alcune monumentali raccolte collettive pubblicate attorno alla metà del diciassettesimo secolo in area germanofona, al fianco dei maggiori compositori dell’epoca.